Codice: CD0309
Autore: Ramtha
Evento: Insegnamento Eredità
Data: 18 feb. 2003
Durata: minuti: 66.53
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- Brindisi e domande
- Esseri leggendari e il potere della bontà
- Archetipo di ciò che sta dentro di noi
- Riflettere questo idealismo
- Il lavoro della Scuola
- Partecipazione alla conoscenza
- La morte come normalità nel pensiero sociale
- Apollonio di Tiana e il suo libidinoso amico
- Modo illuminato di vedere il tuo corpo e la tua vita
- Premonizioni di morte
Codice: CD0309
Autore: Ramtha
Evento: Insegnamento Eredità
Data: 18 feb. 2003
Durata: minuti: 48.07
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- Come le esperienze pre-morte cambiano le persone
- L'anima e la coscienza secondaria alla morte
- L'angoscia del dover tornare nel corpo
- Ascoltate e fidatevi di chi ha avuto esperienze pre-morte
- Quelli che sono morti
- Il primo atto della Grande Opera e il perdono
- Consapevolezza della coscienza secondaria
- Dominare la morte e l'intento con la frequenza
Questo importante insegnamento della serie Eredità segue di un giorno il famoso “L’esperienza extracorporea e le bande” già proposto qui in italiano. Ramtha parla dei grandi esseri leggendari che sono sempre stati un’ispirazione per l’umanità e poi continua il tema dei viaggi della coscienza secondaria già affrontato la sera prima, e ci aiuta a capire cosa accade alla morte, e in particolare nelle esperienze pre-morte. Ecco un brano di particolare attualità:
“In questa leggenda di grandi esseri mitologici e Dei e maestri e elfi, si scopre che la grande battaglia contro alcune forze malvage inequivocabilmente centrali non è semplicemente una forza che è là fuori, che sia il proprio governo, la propria religione, il proprio credo, il proprio gruppo, come apparirebbe a prima vista, ma si deve fermarsi e chiedersi a chi giova. E così la revisione finale arriverà a sé stessi. Così il signore del male è ciò che vive dentro di noi, che vive dentro di voi, che accetta di distruggere e di governare senza conseguenze. L’archetipo di quella che si chiama battaglia tra bene e male, sì, si può vedere nel mondo perché tutti concordano che appartenga a qualcuno, quando in effetti sono loro stessi coloro a cui appartiene.”
